
21 Apr Cistite batterica e infettiva: a cosa serve la visita urologica?
Bruciore a far pipì, bisogno impellente di correre al bagno, stimolo continuo a urinare, talvolta febbre con brivido, sangue nelle urine, sensazione di non svuotare bene la vescica. Si stima che almeno un maschio su dieci e cinque donne su dieci, abbiano sperimentato nell’arco della propria vita almeno un episodio di infiammazione acuta delle basse vie urinarie (prostatite o cistite), difficile da dimenticare.
Uomini e donne possono avere sintomi simili, ma vivere in modo diverso il dolore e i disturbi. Attenzione: la cistite non passa da sola, può ricomparire anche più volte l’anno, e se non trattata adeguatamente può coinvolgere i reni. Pertanto, rivolgersi all’urologo, che è l’esperto delle vie urinarie, è importante per la diagnosi e le terapie adeguate.
La via dei batteri
I batteri che causano la cistite femminile provengono quasi esclusivamente dal tratto intestinale e sono la causa principale dell’infiammazione, sebbene esistano anche altre cause non infettive e più rare. I batteri responsabili della cistite sono normalmente presenti nella flora intestinale, il microbiota, e proprio da qui provengono. Il motivo per cui i batteri passano dall’intestino all’uretra e poi risalgono in vescica sono diversi: sta di fatto che le donne ne sono più colpite perché i batteri hanno “strada più facile” dall’ano alla vescica dal momento che nella donna l’uretra è più corta (circa 3 cm) rispetto all’uomo (circa 16 cm). Non solo, anche alcune abitudini e patologie aumentano le probabilità di sviluppare la cistite:
- fumo di sigaretta
- consumo di alcolici (anche il binge drinking)
- disidratazione
- rapporti sessuali energici
- igiene intima con detergenti aggressivi
- diarrea/stipsi
- stress
- diabete
Quando la cistite si ripete, è fondamentale consultare lo specialista per valutare eventuali situazioni che favoriscono le infezioni. Quando i disturbi sono modesti, oggi si consiglia di evitare l’immediata assunzione di antibiotici (peggio se auto-prescritti) ma limitarsi ad aumentare molto l’assunzione di liquidi, fino a due litri al giorno e più. Questo semplice provvedimento è sufficiente a risolvere buona parte dei casi più semplici. In caso di febbre, disturbi estremamente intensi o tracce di sangue nelle urine, è ovviamente necessario far riferimento al proprio medico curante e per suo tramite allo specialista in urologia.
La visita urologica e i consigli dell’urologo
La visita urologica e la raccolta della storia clinica (anamnesi) aiuta a capire qual è la causa dell’infezione. Più frequente nelle donne in età fertile e in menopausa, la diagnosi della cistite avviene con l’esame delle urine che rileva nel sedimento la quantità di globuli bianchi, sangue e nitriti nelle urine, oltre all’aumento del pH, e l’urinocoltura per conoscere il tipo di batterio responsabile dell’infezione. Con l’urinocoltura si esegue anche l’antibiogramma che permette di mirare la terapia antibiotica specifica contro l’agente infettivo specifico. In genere la terapia dura 7-10 giorni, durante i quali andranno modificate anche le abitudini che possono essere alla base della cistite. In particolare
- bere e idratarsi adeguatamente (circa 1,5-2 litri di acqua al giorno)
- seguire un’igiene intima accurata con detergenti a pH neutro
- evitare rapporti sessuali non protetti
- regolarizzare l’intestino (possono aiutare fermenti lattici e dieta)
- urinare immediatamente prima e dopo un rapporto sessuale
- non trattenere assolutamente mai lo stimolo a urinare
- ridurre il consumo di alcol.
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